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Al via un importante test di tracciamento: il problema delle perdite del Fiumi Vipacco e Isonzo nell’acquifero del Carso Classico

Dopo una lunga e accurata progettazione, è stato dato lo start ad un test di tracciamento di rilevante importanza, quello delle perdite dei fiumi Vipacco e Isonzo nell’acquifero del Carso Classico, altopiano carsico di 720 km2 tra i più conosciuti al mondo per il carsismo. Com’è noto, l’alimentazione della falda acquifera del Carso nord-occidentale (detto anche Carso isontino), in base a bilanci geochimici, sarebbe quantitativamente preponderante dall’infiltrazione di questi due fiumi rispetto alla ricarica autogenica. Un esperimento, pionieristico, di tracciamento delle perdite del Vipacco fu effettuato nel 1910 dal chimico e idrologo Guido Timeus dell’allora Civico Fisicato del Comune di Trieste. Egli iniettò 10 kg cloruro di litio e 50 kg di cloruro di stronzio in un lembo ghiaioso del Fiume Vipacco in località Vrtoče/Vertoce, sulla sponda sinistra in contatto con i calcari del Carso. Cinque giorni dopo i traccianti furono rilevati alle sorgenti nei laghi carsici e nelle sorgenti carsiche, compreso il Timavo, presenti alla base dell’altopiano. Ma un esperimento moderno fino ad ora mai era stato effettuato.

Il corso alto dell’Isonzo nei calcari Foto di Lena Pielke, https://www.pexels.com/

Tale obiettivo è stato oggetto di un progetto organizzato dal Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze dell’Università di Trieste assieme al Laboratorio Speleologico e di Tecniche Fluorimetriche ETS APS di Farra d’Isonzo (GO). Collaborano il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” (Gorizia), il Geological Survey of Slovenia, il Servizio Geologico della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Società Adriatica di Speleologia (Trieste) e la SSC “Lindner” (Ronchi dei Legionari, Gorizia). La partecipazione degli speleologi, comunque, è ancora più ampia dato l’interesse che il tracciamento ha suscitato.

 Non solo è stato iniettato un tracciante in un punto, in Italia, dove ci sono evidenti perdite del Vipacco nel sottosuolo carsico, ma anche, con un tracciante diverso, un pozzo carsico nella zona di Sagrado che raggiunge la falda acquifera carsica proprio a ridosso del Carso che però, questa volta, si valuta alimentato dalle acque di infiltrazione provenienti dall’acquifero freatico dell’Isonzo.

Il basso Isonzo nel tratto sloveno prima di Nova Gorica Foto di George Bakos https://unsplash.com/

L’impiego di strumentazioni idonee e cicli ravvicinati di campionamenti in tutti gli output del versante sud-occidentale del Carso, compresi i laghi carsici e il campo di pozzi dell’acquedotto sloveno di Klarici, fanno sperare nel buon esito del tracer test.

Lo studio di questa parte del Carso è di fondamentale importanza sia per la conoscenza dell’idrogeologia carsica sia per, più in generale, la speleologia, tenuto conto che dal bilancio idrologico e geochimico, l’apporto delle perdite dei due fiumi, in particolare l’Isonzo, ammonterebbe a 10 m3/s. Tenuto conto che per il Vipacco si sono sempre valutate perdite di circa 1 m3/s, quindi minoritarie, ma non certo meno importanti poiché, differentemente da quella che sembra essere per l’Isonzo una infiltrazione diffusa, per questo fiume si potrebbero ipotizzare canalizzazioni sotterranee più delineate.  

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