Skip to content Skip to footer

Idrologia carsica - Tecniche di tracciamento - Stage applicativo

Corso nazionale “idrologia carsica – Tecniche di tracciamento – Stage applicativo” , Taipana (UD) 17-18 settembre 2022

Un partenariato formato da Centro ricerche carsiche “C. Seppenhofer” APS di Gorizia, Gruppo Grotte Novara CAI, Società Adriatica di Speleologia di Trieste, con il coordinamento didattico del Laboratorio speleologico e di tecniche fluorimetriche APS di Farra d’Isonzo (GO), ha realizzato un corso nazionale, combinato Società Speleologica Italiana (CNSS, corso di 3° livello) e OTTO CAI Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta congiuntamente a OTTO CAI Friuli Venezia Giulia (Corso specialistico), sul tema “Idrologia carsica – Tecniche di tracciamento – Stage applicativo”.
Rifugio speleologico Taipana

Taipana

Il corso si è tenuto a Taipana, in provincia di Udine, nel Rifugio speleologico messo a disposizione dal CRC Seppenhofer.

La struttura/fabbricato è particolarmente fruibile per corsi di questa natura giacché, situata in zona montana (Prealpi Giulie), ha inoltre il vantaggio di essere ampia e dotata di un’aula capiente, camerata con posti letto, oltre che ufficio, cucina, magazzino, spazio laboratorio, servizi etc.

21 iscritti

Il corso era a numero chiuso, ma abbiamo dovuto “sforare” portando a 21 gli iscritti. Questi erano perlopiù speleologi “impegnati” ma anche tecnici geologi, fisici, chimici etc. provenienti dalla pubblica amministrazione, università e altri enti di ricerca, nonché dalla libera professione. La didattica è stata sviluppata da sette esperti, tra docenti e tecnici. Due addetti alla logistica, poi, hanno fatto sì che la “macchina” messa in moto funzionasse.

Un programma intenso

Il corso si è sviluppato tra lezioni in aula ed esercitazioni in esterno con sviluppo ed elaborazione dati da parte degli stessi corsisti. In totale 30 persone, su un programma intenso, che hanno soggiornato nel rifugio, condividendo gli indispensabili tre coffee break, colazione, pranzo dal sacco, cena e pranzo finale con consegna attestati CAI e SSI, oltre che personali conoscenze e idee.

Tutti si sono prodigati. Per fortuna, siamo stati incredibilmente risparmiati della pioggia durante le due esercitazioni sul Torrente Liskovac a pochi passi dal rifugio. Direttori del corso sono stati Gian Domenico Cella, Sergio Dambrosi e Maurizio Tavagnutti.

Accoglienza alle ore 09:00 di sabato 17 settembre, cui è seguito il doveroso stringatissimo saluto/presentazione di Maurizio Tavagnutti e Rino Semeraro (per tutti i responsabili).

Le lezioni in aula erano state strutturate per inquadrare e sviluppare in modo completo gli argomenti, corredate da PowerPoint molto dettagliati e che approfondivano la materia. Poiché, per questioni di tempo, non era possibile scendere fino a livelli di conoscenza veramente specialistici, l’obiettivo era mettere in condizioni i corsisti di apprendere una base (considerata “forte”) così da consentire loro, successivamente, di proseguire autonomamente.
In quest’ottica, il ricco materiale didattico contenuto nella chiavetta consegnata a fine corso comprendeva, oltre di poter disporre di tutti i PowerPoint predisposti dai docenti, pure dispense e testi specifici, articoli scientifici, fogli di calcolo excel, schede di sicurezza, etc.

Le lezioni, con PowerPoint, sono state:

Tre di Gian Domenico Cella - “Bilancio idrologico di un’area”, “Il tracciamento delle acque” e “Tracciamenti quantitativi”.
Una di Maurizio Comar - “Traccianti naturali”; una di Sergio Dambrosi - “La misura delle portate”.
Una di Rino Semeraro - “Esempi di tracciamenti qualitativi, semi-quantitativi e quantitativi nell’area di giunzione Alpi-Dinaridi”.
Due di Federico Valentinuz - “Idrogeologia carsica” e “Caratteristiche delle acque carsiche”.
Una congiunta di Gian Domenico Cella e Lorenzo Marini - “Fluocaptori e loro preparazione, supporti di protezione a captori e sonde fluorimetriche e multiparametriche di acquisizione/monitoraggio in campo”.

Due sono state le lezioni/esercitazioni sul terreno, entrambe sul Torrente Liskovac:

La prima di Cella e Dambrosi - “Misura della portata in campo (metodo ionico con NaCl)”, la seconda di Cella, Dambrosi e Stefano Rejc - “Tracciamento multiplo in campo, rilevamento quantitativo con fluorimetro”.

Infine tre sessioni applicative in aula: di Cella e Dambrosi - “Elaborazione dati raccolti durante il tracciamento ionico eseguito in campo”; di Cella, Dambrosi e Rejc - “Riconoscimento speditivo di alcuni traccianti (uranina, solforodamina B, Tinopal CBS-X)”; di Cella, Dambrosi e Rejc - “Test sui captori posizionati durante l’esercitazione in campo”.

Le iniezioni con traccianti (5 gr di ogni sostanza) per il test applicativo erano state comunicate in precedenza al Servizio Geologico della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Verso le 15:00 di domenica 18 settembre il corso è terminato con la consegna degli attestati delle rispettive Scuole di speleologia SSI e CAI e il congedo dei corsisti. Almeno dai commenti e dalle espressioni d’interesse raccolte, sembra che il corso sia stato apprezzato.

Formare speleologi è - appunto - una delle mission del Laboratorio speleologico e di tecniche fluorimetriche.

Idrologia carsica - Tecniche di tracciamento - Stage applicativo

Corso nazionale “idrologia carsica – Tecniche di tracciamento – Stage applicativo” , Taipana (UD) 17-18 settembre 2022

Un partenariato formato da Centro ricerche carsiche “C. Seppenhofer” APS di Gorizia, Gruppo Grotte Novara CAI, Società Adriatica di Speleologia di Trieste, con il coordinamento didattico del Laboratorio speleologico e di tecniche fluorimetriche APS di Farra d’Isonzo (GO), ha realizzato un corso nazionale, combinato Società Speleologica Italiana (CNSS, corso di 3° livello) e OTTO CAI Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta congiuntamente a OTTO CAI Friuli Venezia Giulia (Corso specialistico), sul tema “Idrologia carsica – Tecniche di tracciamento – Stage applicativo”.
Rifugio speleologico Taipana

Taipana

Il corso si è tenuto a Taipana, in provincia di Udine, nel Rifugio speleologico messo a disposizione dal CRC Seppenhofer.

La struttura/fabbricato è particolarmente fruibile per corsi di questa natura giacché, situata in zona montana (Prealpi Giulie), ha inoltre il vantaggio di essere ampia e dotata di un’aula capiente, camerata con posti letto, oltre che ufficio, cucina, magazzino, spazio laboratorio, servizi etc.

21 iscritti

Il corso era a numero chiuso, ma abbiamo dovuto “sforare” portando a 21 gli iscritti. Questi erano perlopiù speleologi “impegnati” ma anche tecnici geologi, fisici, chimici etc. provenienti dalla pubblica amministrazione, università e altri enti di ricerca, nonché dalla libera professione. La didattica è stata sviluppata da sette esperti, tra docenti e tecnici. Due addetti alla logistica, poi, hanno fatto sì che la “macchina” messa in moto funzionasse.

Un programma intenso

Il corso si è sviluppato tra lezioni in aula ed esercitazioni in esterno con sviluppo ed elaborazione dati da parte degli stessi corsisti. In totale 30 persone, su un programma intenso, che hanno soggiornato nel rifugio, condividendo gli indispensabili tre coffee break, colazione, pranzo dal sacco, cena e pranzo finale con consegna attestati CAI e SSI, oltre che personali conoscenze e idee.

Tutti si sono prodigati. Per fortuna, siamo stati incredibilmente risparmiati della pioggia durante le due esercitazioni sul Torrente Liskovac a pochi passi dal rifugio. Direttori del corso sono stati Gian Domenico Cella, Sergio Dambrosi e Maurizio Tavagnutti.

Accoglienza alle ore 09:00 di sabato 17 settembre, cui è seguito il doveroso stringatissimo saluto/presentazione di Maurizio Tavagnutti e Rino Semeraro (per tutti i responsabili).

Le lezioni in aula erano state strutturate per inquadrare e sviluppare in modo completo gli argomenti, corredate da PowerPoint molto dettagliati e che approfondivano la materia. Poiché, per questioni di tempo, non era possibile scendere fino a livelli di conoscenza veramente specialistici, l’obiettivo era mettere in condizioni i corsisti di apprendere una base (considerata “forte”) così da consentire loro, successivamente, di proseguire autonomamente.
In quest’ottica, il ricco materiale didattico contenuto nella chiavetta consegnata a fine corso comprendeva, oltre di poter disporre di tutti i PowerPoint predisposti dai docenti, pure dispense e testi specifici, articoli scientifici, fogli di calcolo excel, schede di sicurezza, etc.

Le lezioni, con PowerPoint, sono state:

Tre di Gian Domenico Cella - “Bilancio idrologico di un’area”, “Il tracciamento delle acque” e “Tracciamenti quantitativi”.
Una di Maurizio Comar - “Traccianti naturali”; una di Sergio Dambrosi - “La misura delle portate”.
Una di Rino Semeraro - “Esempi di tracciamenti qualitativi, semi-quantitativi e quantitativi nell’area di giunzione Alpi-Dinaridi”.
Due di Federico Valentinuz - “Idrogeologia carsica” e “Caratteristiche delle acque carsiche”.
Una congiunta di Gian Domenico Cella e Lorenzo Marini - “Fluocaptori e loro preparazione, supporti di protezione a captori e sonde fluorimetriche e multiparametriche di acquisizione/monitoraggio in campo”.

Due sono state le lezioni/esercitazioni sul terreno, entrambe sul Torrente Liskovac:

La prima di Cella e Dambrosi - “Misura della portata in campo (metodo ionico con NaCl)”, la seconda di Cella, Dambrosi e Stefano Rejc - “Tracciamento multiplo in campo, rilevamento quantitativo con fluorimetro”.

Infine tre sessioni applicative in aula: di Cella e Dambrosi - “Elaborazione dati raccolti durante il tracciamento ionico eseguito in campo”; di Cella, Dambrosi e Rejc - “Riconoscimento speditivo di alcuni traccianti (uranina, solforodamina B, Tinopal CBS-X)”; di Cella, Dambrosi e Rejc - “Test sui captori posizionati durante l’esercitazione in campo”.

Le iniezioni con traccianti (5 gr di ogni sostanza) per il test applicativo erano state comunicate in precedenza al Servizio Geologico della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Verso le 15:00 di domenica 18 settembre il corso è terminato con la consegna degli attestati delle rispettive Scuole di speleologia SSI e CAI e il congedo dei corsisti. Almeno dai commenti e dalle espressioni d’interesse raccolte, sembra che il corso sia stato apprezzato.

Formare speleologi è - appunto - una delle mission del Laboratorio speleologico e di tecniche fluorimetriche.