Dare visibilità ai progetti: quali, come e dove
Uno degli scopi del Laboratorio e quello di dare ampia visibilità ai progetti che esso sostiene e ai quali partecipa. Naturalmente fornendo una “vetrina” qualificata ai Partners, nel rispetto degli accordi e della “buona gestione” dei risultati prodotti.
Ciò avviene anche attraverso la presenza, su questo sito web, di una serie di informazioni, riproposizione di pubblicistica, brevi relazioni, sunti, eventi correlati, abstract o papers pubblicati su riviste / convegni etc. relativi ai risultati ottenuti, documentazione fotografica e video, etc., afferenti al singolo progetto.
I progetti sostenuti o portati avanti dal Laboratorio – ricordiamolo – non solo solamente attinenti a ricerche scientifiche stricto sensu, anche eventi congressuali, corsi, conferenze, manifestazioni di vario tipo, inquadrati negli scopi sociali.
Con questo criterio i contenuti di questa sezione riguardano l’esposizione dei progetti in corso di realizzazione o considerati conclusi; essi sono elencati di seguito (secondo data di inizio); parte delle informazioni potranno anche essere reperite nella sezione News in continuo aggiornamento e seguendo la cronologia.
I progetti sono preceduti da una breve esposizione dell’attività del Laboratorio in fase precostituiva, dove le apparecchiature di laboratorio (da parte della proprietà) sono stati impiegati a servizio della Speleologia e così pure per l’opera di alcuni dei soci fondatori.
Iniziative e progetti e in fase precostituiva del Laboratorio
La fondazione dell’associazione “Laboratorio speleologico e di tecniche fluorimetriche” è stata preceduta da una lunga fase precostituiva. Ciò perché i soci fondatori vollero verificare, con una sorta di “rodaggio”, come, e con che criteri, un’associazione di questo tipo (“speleologica”, giacché essa si rivolgeva fattualmente al mondo e agli interessi della Speleologia) potesse utilmente operare.
L’idea dell’associazione, che non è un gruppo grotte, nasceva dalla constatazione che la cosiddetta “speleologia organizzata” nella fase storica odierna aveva perduto molte di quelle caratteristiche del passato che l’avevano posta come un attore, se non primario, tra i principali fra quelli che avevano prodotto speleologia di ricerca. Infatti, il baricentro nei gruppi grotte, negli ultimi decenni, si era spostato fortemente verso la speleologia esplorativa declinando a istituti/enti di ricerca molte delle competenze del passato.
Se da un lato ciò era comprensibile, stante la crescente specializzazione in ambito scientifico e anche la conseguente necessità di disporre di laboratori e apparecchiature specifiche per ottenere dati scientifici, un tanto aveva determinato, sul lungo periodo, la difficoltà oggettiva da parte di tali istituti/enti di realizzare, con i propri ricercatori, indagini e studi proprio sul carsismo profondo, e nella fattispecie nelle grotte cosiddette tecnicamente impegnative o di difficile accesso e percorrenza. E ciò dipendeva dalla rarità di figure specifiche di ricercatori capaci (o interessati) a operare nelle citate condizioni ambientali. Come conseguenza, l’interesse verso il carsismo profondo per tali ragioni, non essendo più al centro dell’interesse generale, era andato scemando.
In sostanza – e basta sfogliare gli atti degli ultimi congressi internazionali di speleologia – la ricerca scientifica in cavità difficili e profonde è rappresentata da bassissime percentuali di studi, riferiti a papers e poster, mentre prevale in modo assoluto quella in cavità di facile percorrenza, se non dedicate al carsismo superficiale, allo studio di acquiferi carsici profondi solo su sorgenti, etc.
Tutto ciò non giovava alla conoscenza del “grande” carsismo ipogeo, il quale, rimaneva perlopiù confinato agli interessi degli speleologi di esplorazione (e non di ricerca) e di conseguenza contraeva l’efficacia dei gruppi grotte nella loro azione complessiva.
La constatazione che, inizialmente nell’ambito della speleologia del Friuli Venezia Giulia e poi in quella italiana, tale necessità di conoscenza era sentita in varia misura, ma comunque bene percepita dagli speleologi maggiormente formati e di esperienza, ha indotti i soci fondatori a testare l’iniziativa, in quella che noi chiamiamo la “fase precostituiva” del Laboratorio.
In questa fase precostituiva – e poi almeno dall’anno di costituzione del Laboratorio e il 2022 – l’associazione enfatizza ricerche sulle acque sotterranee carsiche mediante metodi di tracciamento, ma si sta avviando un programma futuro per l’espansione delle strutture da laboratorio verso altre specializzazioni, mentre consolida la didattica di elevato livello.
Le attività in fase precostituiva sono state le seguenti:
- Supporto scientifico e laboratoriale a favore del Centro di ricerche carsiche “C. Seppenhofer” (Gorizia), per la realizzazione di tre pre-test di tracciamento delle acque sotterranee sull’area carsica del Campo di Bonis nelle Prealpi Giulie.
- Supporto laboratoriale a favore del Gruppo speleologico “M. Gortani” CAI Tolmezzo (UD), per la realizzazione di un test di tracciamento delle acque sotterranee del Monte Dobis nelle Prealpi Carniche.
- Supporto strumentale e analitico a favore del Gruppo Grotte Novara CAI, per una campagna di test di multitracciamento nelle cavità glaciali del Ghiacciaio del Belvedere (Monte Rosa, Alpi Orientali) realizzata da Gruppo Grotte Novara CAI, Gruppo Speleologico Biellese CAI, Speleo Club Saluzzo “F. Costa” CAI Monviso, Gruppo Speleologico Alpi Marittime CAI Cuneo.
- Supporto strumentale e di docenza a due corsi di speleologia del CAI, d’interesse nazionale, organizzati congiuntamente dal Gruppo speleologico “M. Gortani” CAI Tolmezzo (UD) e dal Centro di ricerche carsiche “C. Seppenhofer” (Gorizia), su “Idrologia carsica – Tecniche di tracciamento – Stage sperimentale” tenuti presso il Rifugio speleologico di Taipana (UD).
- Supporto strumentale e di docenza al corso “Idrogeologia e tecniche di tracciamento”, sotto l’egida della Scuola Nazionale di Speleologia del CAI, presso le Grotte di Pertosa-Auletta nel Parco Nazionale del Cilento, con allievi provenienti da Campania, Puglia e Umbria.
- Fornitore di metodologia analitica al Laboratorio d’idrologia dell’Università di Milano-Bicocca per il tracciamento del Monte Grignone nell’Abisso W le Donne a –1100 metri (Gruppo delle Grigne, Prealpi Lombarde) eseguito in collaborazione con la Federazione Speleologica Lombarda.
Pre-test di tracciamento
Pre-test di tracciamento eseguito nel Campo di Bonis (Prealpi Giulie), iniezione di Tinopal CBS-X premiscelato in uno degli inghiottitoi carsici.
Corso di speleologia in aula
Corso di speleologia del CAI “Idrologia carsica – Tecniche di tracciamento – Stage sperimentale” tenuto presso il Rifugio speleologico di Taipana (UD), lezione in aula.
Corso di speleologia sul campo
Corso di speleologia del CAI “Idrologia carsica – Tecniche di tracciamento – Stage sperimentale” tenuto presso il Rifugio speleologico di Taipana (UD), lezione sul campo.
Solforodamina B
Tracciamento della cavità glaciali del Ghiacciaio del Belvedere (Monte Rosa), iniezione di Solforodamina B.
Tinopal CBS-X
Tracciamento delle cavità glaciali del Ghiacciaio del Belvedere (Monte Rosa), iniezione di Tinopal CBS-X.
Uranina
Corso CAI “Idrogeologia e tecniche di tracciamento” nelle Grotte di Pertosa-Auletta (Parco del Cilento), i corsisti all’atto dell’iniezione di Uranina in grotta.
Fluorimetro
Corso CAI “Idrogeologia e tecniche di tracciamento” nelle Grotte di Pertosa-Auletta (Parco del Cilento), G.D. Cella tiene una lezione di dimostrazione sul rilevamento in campo del tracciante mediante fluorimetro.
DISAT
Condivisione protocollo estrazione traccianti con il DISAT dell’Università di Milano-Bicocca.