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Progetto Acqua Negra: concluso il primo semestre di monitoraggio idrogeologico

Sergio Dambrosi & Rino Semeraro

Nella prima metà del 2024 c’è stato il giro di boa sul ciclo di monitoraggio idrogeologico per il Progetto Acqua Negra.
Il progetto deriva da un accordo di partnership – che in quest’occasione di è ulteriormente allargato – tra (in ordine alfabetico): Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” APS di Gorizia, Commissione Grotte “E Boegan” SAG CAI di Trieste, Gruppo Grotte Associazione XXX Ottobre CAI Trieste, Società Adriatica di Speleologia APS di Trieste, Unione Speleologica Pordenonese CAI di Pordenone, con Il coordinamento scientifico del Laboratorio Speleologico e di Tecniche Fluorimetriche ETS.

Il Progetto Acqua Negra è un progetto di ricerca in ambito speleologico volto alla conoscenza del bacino idrogeologico del Torrente Foce, un affluente di destra del Torrente Arzino, nel cuore delle Prealpi Carniche. Il bacino del Foce è un territorio in gran parte carsico e caratterizzato da rilevanti fenomeni sotterranei che si sviluppano nel Calcare del Monte Cavallo (Albiano-Maastrichtiano inf.) facente parte della Piattaforma Carbonatica Friulana. Nella parte terminale della forra, a valle, in destra idrografica si trova la Risorgiva Acqua Negra, una delle maggiori di questo settore alpino-prealpino. L’obiettivo del progetto è scientifico, anche se sono aperti rilevanti quesiti esplorativi che si stanno man mano affrontando.

Il progetto è iniziato nell’estate del 2023, mentre il monitoraggio dell’importante risorgiva Acqua Negra (accoppiato a quello di uno dei grandi inghiottitoi della zona) ha avuto lo start nel mese di ottobre. Si registrano in continuo i principali parametri dei corsi d’acqua mediante CTD-Divers (temperatura, altezza idrometrica, conducibilità elettrica), mentre mensilmente vengono eseguiti prelievi d’acqua e misure fisico-chimiche in situ (T, pH, EC), nonché la portata con metodo ionico all’Acqua Negra, con la determinazione poi, in laboratorio accreditato, dei principali parametri chimici (TH, Alk, Ca2+, Mg2+, Na+, K+, Cl-, NO3-, SO42-, HCO3-, SiO2). Dunque – lo abbiamo detto – il primo semestre di monitoraggio, dei 12 mesi previsti, è concluso.

Recentemente, invece, abbiamo realizzato un’accurata fotogrammetria 3D di un deposito di riempimento interno nel ramo superiore dell’Acqua Negra particolarmente (e inaspettatamente) rappresentativo, nonché i primi campionamenti geologici delle rocce attraversate. La fotogrammetria servirà per la documentazione e lo studio della successione stratigrafica che sarà effettuato, puntando non solo sugli aspetti mineralogici etc., anche sulla radiodatazione U-Th e Al-Be. Ciò nell’ambito degli studi di geomorfologia, specifici, sull’Acqua Negra e sulle altre importanti cavità dell’area.

Nei mesi scorsi, oltre alle revisioni topografiche delle principali grotte dell’area (inghiottitoi Arco Naturale, Tinei, Mineres, etc.) accompagnate da acquisizioni geologiche e geomorfologiche (lavori in corso), abbiamo dato inizio all’esplorazione della forra del Torrente Foce, particolarmente impervia e praticamente sconosciuta ai fini scientifici, giacché in essa si ipotizzano perdite significative nel sottosuolo, avendo tra l’altro appurato già all’interno di una cavità nella parte a monte del corso del Foce (Pozzo della confluenza) la presenza di un corso d’acqua sottostante che interseca, a oltre una decina di metri di profondità, l’alveo del torrente. L’esplorazione della forra – segmentata anche in diversi settori di misura di portata – risulta perciò assolutamente indispensabile alla realizzazione del multi-tracer test programmato.

Ora, con la stagione favorevole, si pianificherà la spedizione subacquea con un team internazionale che nella Risorgiva dell’Acqua Negra dovrà esplorare, topografare e documentare con video la lunga galleria inferiore, in zona freatica carsica, che si estende sommersa a 60-70 metri di profondità. Lo scorso anno, causa le pessime condizioni meteo, all’ultimo momento abbiamo dovuto rimandare l’esplorazione subacquea; speriamo bene per quest’anno, dato l’impegno di una ventina di persone di appoggio che si rende necessario e il coordinamento tecnico che tutto ciò presuppone. Sempre con la bella stagione riprenderemo con il rilevamento dell’Acqua Negra poiché abbiamo potuto topografare appena mezzo chilometro di sviluppo. Bisogna attendere un periodo di magra in quanto il sifone temporaneo pensile (“piccolo Tipperary”) deve essere accessibile e transitabile in sicurezza.

In questi mesi di lavoro, in cui abbiamo svolto pure un paio di specifiche e intense giornate formative agli speleologi che operano nel progetto (misure di portata, calcoli, strumentazioni, rilevamento strutturale etc.), constatando e consolidando ciò che già sapevamo: solo partnership sostenute da appropriate risorse umane, dotazioni strumentali e finanziarie, con team di ricerca all’altezza, nonché dotate di una forte e condivisa volontà, possono affrontare progetti speleologici moderni e ad ampio respiro.

Il vantaggio di cui gode il Laboratorio Speleologico di Tecniche Fluorimetriche è proprio quello di poter affrontare molte indagini scientifiche utilizzando un approccio olistico che – grazie alle collaborazioni tra i gruppi speleologici da essa promosse e al proprio comitato scientifico – riesce a contare sull’apporto di diverse specializzazioni (geologi, chimici, fisici, biologi, ingegneri, esploratori, subacquei, fotografi, etc. che operano nelle diverse associazioni) e che – nell’organizzazione accademica – difficilmente si troverebbero a esercitare in sinergia.

Abbiamo pure visto come, così facendo, si riesce a costruire gli speleologi: obiettivo altrettanto fondamentale per la speleologia futura.

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